Nicola Lazzerotti/www.close-up.it

Daniele Segre porta in laguna nella sezione Giornate degli autori il suo ultimo lavoro, Lisetta Carmi, un’anima in cammino. L’incontro avvenuto presso la sua casa di Cisternino, e nella campagna nei dintorni della località brindisina, è un lungo viaggio nella memoria e nell’opera della grande fotografa italiana. Il film si apre con una lettera, che è anche confessione, letta dalla stessa Lisetta Carmi e inviata a Daniele Segre, in cui ella aprendosi al regista e di conseguenza al suo pubblico lo prega di incontrarlo. E’ qui che inizia un lungo cammino biografico-emozionale, in cui la fotografa genoana, partendo sin dalla prima infanzia, spiega e dà ragione delle sue grandi passioni: la musica e la fotografia.
Il viaggio inizia da quando, bambina, provava i primi sentimenti di invidia verso i suoi fratelli, fino alla severa educazione famigliare, dalle lezioni di piano alle sue radici ebree, dalla fuga in Svizzera per sfuggire alla persecuzione allo studio della fotografia, dai reportage in Venezuela ai transessuali di Via del Campo, da Ezdra Pound all’incontro con Shree Babaji.
Seguendo un ordine temporale asistematico, la Carmi pone se stessa di fronte alla telecamera con raro candore e umanità. Ne emerge uno spaccato esistenziale entusiasmante e allo stesso tempo veritiero. Senza alcuna vanità la protagonista narra del suo lavoro che è una lunga storia di immagini che ritraggono altre storie e altre vite, a volte affascinanti e straordinarie altre invece colte nel loro comune esistere. Vite che sono però sempre inquadrate in un preciso centro focale. Questo è il vero soggetto delle attenzioni delle Carmi, che si impone come una narratrice di vite, e che candidamente se ne ritrae nel momento in cui viene a sfumare questo interesse, questa curiosità, questa sorta di amore.
Daniele Segre coglie il punto, evita facili e didascalici momenti di patos per concentrarsi sul racconto, sapendo cogliere nella protagonista, libera di vagare nella storia a suo piacimento, un quid unico, un elemento che è allo stesso tempo racconto veritiero e e livida emozione. Pedina incessantemente la protagonista, seguendola nel suo vagare, alternando il suo volto ai luoghi della sua vita, alle sue storiche fotografie e cogliendola in meditazione ascetica immersa nella natura o a suonare dolcemente Bach al pianoforte.